martedì 1 marzo 2016

LA MALATTIA DEL SECOLO





La notizia è di quelle grosse, che fanno certamente scalpore. Lo Stato cinese ha deciso di togliere il lavoro a 1,8 milioni di lavoratori del settore siderurgico per eccesso di produzione e per mantenere stabile il livello di disoccupazione (che dovrebbe attestarsi al 4,9-5%). Questa economia globale così folle e irrazionale, incomprensibile ai più, non è nemmeno lontanamente paragonabile ad una perfetta formula matematica ma sembra una riedizione complessa della “guerra fredda” attorno alla fine degli anni '40 dove ogni mossa trovava una sua ragion d'essere nella conseguenza dell'azione dell'altro. Se il prezzo del petrolio è alto l'economia va male e le fabbriche chiudono ma se, viceversa, è basso non c'è alcuna ripresa e accadono più o meno le stesse cose. Il lavoro deve essere instabile, precario è privo di qualsivoglia garanzia ma così facendo il sistema economico si blocca perché senza pegni, impegni e cauzioni, non c'è più alcuna transazione commerciale. Le tasse (strumento attraverso il quale uno Stato viene finanziato dai suoi cittadini) vengono raccolte per pagare un debito (che, a conti fatti, risulta meno oneroso di un'obbligazione di guerra) e non per stimolare la crescita del mercato. Le ricchezze sono ingiustamente divise favorendo pochi soggetti a scapito di tutti gli altri. E' la follia di un sistema decadente che procede dritto dritto verso il suicido, l'autodistruzione, e non si creda che tutto ciò accade solo nella Macroeconomia. La globalizzazione fa sì che ogni singola cellula del mercato sia una fedele copia dell'organismo più grande che gli succede. Tutto è collegato e (potenzialmente) ogni metastasi aggressiva può infettare e distruggere le cellule sane. Non importa dove ti trovi e chi tu sia. Se la malattia non viene curata (e non c'è al momento una coscienza del nostro essere infermi) essa si radica sempre più profondamente fino ad uccidere il corpo che lo ospita. Paradossalmente, anche questo cancro lotta per esistere ed espandersi sempre più solo che meglio riesce nel suo tentativo e meno tempo gli resta da vivere. Questa sì che è una certezza matematica.
Pier Giorgio Tomatis

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